06 febbraio 2006

manifesto dell'editoria nomade

Estate del 2003.


David B, disegna al tavolo di lavoro di fianco al mio, si ascolta musica tropicale. Tra discorsi e fiumi di the al cardamomo nasce spontaneamente una idea di narrazione fluida che possa rispecchiare l'idea poetica di rilettura del reale. Io penso a un grande racconto parallelo, tra Giappone, Europa e Sud America, una storia smisurata: la storia di tre persone che finiranno per incontrarsi in un solo fugace momento. 400 tavole? Perché no? Nasce 'Baobab'. Notti roventi , sardo-africane. Nei sogni mio zio Rodchenko mi incita :"non dimenticare l'uso del collage fotografico e rilancia la bicromia".

"La bicromia, l'omaggio alla stampa nella sua accezione primitiva che unisce avanguardia del fumetto ad avanguardie artistiche" proclamerò a David il il giorno seguente. Lui, svegliatosi presto, mi ascolta mentre si imburra una tartina e traccia le linee per una rilettura degli anni sessanta, quelli della sua infanzia. 'Babel', da considerarsi come l'ideale logica prosecuzione del 'Grande male', racconta i grandi avvenimenti culturali e sociali dell'epoca in una scrittura continua che abbraccia onirismo, documentario, narrazione oggettiva e autobiografia. Siamo esaltati.

(segue)